Dopo lunga riflessione, abbiamo finalmente e a malincuore deciso di separarci dalla nostra bella Cybèle.

Costretti a rimanere a terra senza sapere quando e come avremmo potuto salpare di nuovo, non potevamo ragionevolmente lasciarla sul pontile. Essendo una nave destinata ai grandi orizzonti, e quantomeno alla vita di bordo, non potevamo nemmeno più viverci.

E soprattutto, su consiglio di molti amici del settore nautico, di non aspettare a vendere. Non volevamo lasciare che la nostra barca perdesse valore senza poterle dedicare le cure quasi quotidiane di cui aveva bisogno per restare in buone condizioni.

Dopo una prima visita entusiasta con promessa di acquisto non andata a buon fine, l’abbiamo finalmente affidata alle cure di agenti specializzati.

Non è il tipo di barca che può essere venduta con un semplice schiocco di dita. Tipicamente da acque blu e in condizioni eccellenti. Dovevamo trovare acquirenti disposti a spendere il budget per una barca che fosse “timone in mano”…

Durante l’inverno abbiamo continuato a occuparci della sua manutenzione, nonostante gli impegni. In primavera, a causa del carenaggio, abbiamo dovuto trasferirla in un altro porto. Ne abbiamo approfittato per portare a bordo i nipoti un’ultima volta per una gita a Molène. Non lontano. Ma già troppo per la salute del capitano. Abbastanza per confermare la nostra decisione.

Ne abbiamo ancora approfittato durante l’estate, ma solo in porto o all’ormeggio, tra i tanti appuntamenti di salute o per la ristrutturazione. E come se il destino ci stesse ancora dicendo che questa era la fine, abbiamo anche ricevuto la “ciliegina sulla torta”: dopo la segnalazione… – un avviso formale da parte degli Affari Marittimi (so che è un nome obsoleto, ma lo capiamo tutti!) per aver ormeggiato troppo a lungo davanti alla nostra futura casa!

Abbiamo imparato che gli ormeggi esterni sono consentiti solo per 3 giorni e 2 notti! E che i futuri vicini non sono tutti così simpatici. Così abbiamo aggiunto al nostro programma le trattative con il municipio e la DDTM!

Dopo alcune visite motivate ma infruttuose, abbiamo accolto a bordo Guy & Soizic. Bretoni esiliati in Normandia, sono giunti via mare per confermare a loro stessi e a noi, dopo qualche ora e un pasto condiviso a bordo, che Cybèle era davvero la scelta giusta. Il loro progetto era uguale al nostro. Vivere a bordo in attesa di concludere la loro vita professionale. Poi partire per il Nord Europa per una decina d’anni. Con cane e gatti.

Abbiamo quindi accelerato la preparazione di Cybèle e svuotato i molti armadi !!! È facile capire come abbiamo potuto vivere a bordo per 10 anni senza farci mancare nulla… c’era roba ovunque! Sogniamo di avere uno spazio simile nella nostra futura casa… Ma capiamo anche perché le barche sono costose quando vediamo gli allestimenti interni e le ore di lavoro che ci sono dietro.

Partenza per Roscoff. La barca deve essere ispezionata e tolta dall’acqua. Me ne sono occupata io. Con mio figlio e un amico come equipaggio, per non andare sola. Ancora una volta il capitano è rimasto a terra. Non riuscirà nemmeno a fare l’ultima navigazione con Cybèle. Si è accontentato di scattare le foto dal pontile…

Poiché tutto procede secondo i piani, la firma è fissata per l’inizio di novembre.

Ultime cure a bordo. Ultima mattina per ammirare l’alba dietro gli alberi del porto. Ultimi bagagli da portar fuori.

Poi, la tempesta Ciaran… Abbiamo ancora dovuto assicurare la barca, che ha valorosamente resistito alle raffiche, ben riparata nel porto di Roscoff. Per farlo, l’abbiamo messa completamente al sicuro e, per una volta, abbiamo smontato la tenda del pozzetto e sgonfiato il tender. Non l’avevamo ancora messa al rimessaggio a causa di tutte le visite e le navigazioni.

Inoltre, i suoi nuovi proprietari erano ansiosi di tornare a bordo per trascorrere l’inverno a casa in Normandia.

Tutto è andato bene per Cybèle e l’abbiamo consegnata ai suoi nuovi capitani.

Ora spetta a loro imparare a navigare e ad amarla come abbiamo fatto noi.

Da parte nostra, con molte difficoltà ormai risolte o in via di risoluzione, dopo 12 mesi intensi, possiamo ora goderci la nostra famiglia e seguire i lavori della nostra futura casa, mentre scopriamo il nostro nuovo porto d’origine, di fronte al faro dell’Ile Vierge nel Finistère.

Per me è più facile voltare pagina rispetto al capitano.

Ho amato il nostro stile di vita nomade, pieno di incontri, ma sono felice di avere di nuovo un po’ di tempo per godermi la nostra famiglia, consapevole delle scadenze imminenti della vita.

Il capitano ha dedicato il suo tempo libero al mare e alla barca da quando aveva 11 anni. Fortunatamente ha altre passioni e ora potrà dedicarsi alle gioie del giardinaggio, della musica e dei bei libri.

Ma non abbiamo dimenticato i suoi viaggi, che speriamo di riprendere in modo diverso non appena la casa sarà pronta.

È anche il momento in cui i ricordi inizieranno ad affiorare. Dovremo fare ordine tra le foto che appaiono automaticamente sui nostri social network, gli amici che vengono a trovarci e la neve che ci manca in Bretagna in inverno.